STORIE PASSATE
L’ossidiana deve il suo nome attuale a Obsius, il cittadino romano che la scoprì in territorio africano, nell’odierna Etiopia. L’ossidiana appartiene alle più antiche pietre da culto della storia dell’umanità: sin dall’età della pietra è stata impiegata per scopi ritualistici come pietra di protezione per scacciare i demoni.
In Egitto si scolpivano gli scarabei sacri, i sacerdoti Maya in Messico la usavano come specchio per la divinazione, serviva a guarire le ferite e ad attenuare il dolore e per gli Indiani d’America erano le lacrime della Terra per la morte di ogni singolo indiano (ancora oggi in America è chiamata “lacrime di Apache”).
Nelle fonti antiche è anche attestato l’uso dell’ossidiana, per pozioni magiche o ricette mediche e viene affermato il suo effetto benefico per la vista e per il viso. Inoltre sono state rinvenute ad Hacilar molte figurine femminili con gli occhi incrostati d’ossidiana. Essa permetteva di vedere oltre la morte, ed, infatti, si definisce spesso l’ossidiana come la “Pupilla degli Dei”, in quanto era supposta, in particolare nel mondo egizio, fare da tramite tra l’uomo e l’altro mondo. C’è chi vi riconosceva proprietà divinatorie e si costruivano sfere d’ossidiana attraverso le quali i veggenti potevano predire il futuro.
Inoltre per la sua natura vetrosa e duttile, fu utilizzata fin dalla preistoria per fare armi e oggetti preziosi.